Tra i vitigni autoctoni siciliani, l’Albanello è tipico del territorio siracusano
15 gennaio 2020 – Nei giorni in cui ci apprestiamo a imbottigliare i nostri vini bianchi, ci interroghiamo sulle tante e diverse sfaccettature dei vitigni autoctoni siciliani, sulla qualità e sulle peculiarità dei vini che berremo dopo il loro affinamento in bottiglia. Quasi ne percepiamo i profumi che travolgeranno i nostri sensi quando le bottiglie di vino saranno stappate.
La biodiversità del nostro territorio, il lavoro nei vigneti e quello in cantina con la vinificazione, condensati finalmente in un calice di vino.
Siracusa – lo abbiamo detto più volte – vanta tre varietà di vitigni siciliani autoctoni: Moscato di Siracusa, Nero d’Avola e Albanello. A quest’ultimo, in particolare, tempo fa abbiamo dedicato un articolo che ne ricostruisce le origini storiche e le vicissitudini, visto che ha rischiato di scomparire del tutto dall’orizzonte vinicolo della nostra isola e del nostro territorio.
Sarebbe stata una grave perdita.
Una tradizione di eccellenza in frantumi.
Già nel V sec. a. C., il poeta siciliano Epicarmo, cantando nei suoi versi i vini siracusani, accanto al profumato Eloro e al dolcissimo Biblino, esaltava anche “l’aristocratico Albanello”.
Parole che sembrano riecheggiare nella descrizione di Saverio Landolina Nava quando, nella lunga dissertazione sul vino Pollio siracusano sotto forma di lettera destinata al Signor Canonico Andrea Zucchini, sostiene che l’Albanello sia da preferire al Moscato perché più soave, privo di quella “grassa dolcezza” e “più fluido, brillante e delicato”.
Conclude, non senza un certo rammarico, che l’Albanello “è molto raro e forse non è conosciuto fuori dalla Sicilia”.
Albanello, il vitigno autoctono siracusano dalle grandi potenzialità
In passato, il vino che si produceva dall’Albanello era apprezzato in versione secca e in versione dolce. Era il risultato di un processo di vinificazione particolare che prevedeva la maturazione dell’uva per lungo tempo al sole, “tagliando financo le foglie ombrose per catturarne tutti i raggi. La prima fermentazione è bloccata; successivamente è fatta riprendere, molto lentamente.”
Il risultato era un vino dal “colore ambrato cupo, con trasparenze dorate. Profumo caratteristico di vino molto invecchiato, etereo, con bouquet compiuto e maestoso. Sapore appena dolce, con venature non dolci; caldo, vellutato, generoso, più che armonico.”
L’Albanello è un vitigno autoctono siciliano dalle enormi potenzialità.
Si possono cogliere già dalle sue caratteristiche ampelografiche. La pianta è forte e vigorosa, con foglie di media grandezza. Anche i grappoli sono grandi e compatti, hanno una medio-bassa fertilità potenziale dei germogli e una buona e regolare produttività negli anni.
Gli acini hanno bucce mediamente spesse, di buona consistenza e colore giallo chiaro che tende al dorato se sono esposti alla luce del sole.
Il sapore è dolce.
Pur non essendo un vitigno particolarmente aromatico, come il Moscato, riesce a sviluppare nel tempo un suo peculiare bouquet di fragranze delicate e, allo stesso tempo, intense, capaci di catturare naso e bocca.
Il vino che ne ricaviamo, il Pretiosa, ha grande freschezza ed eleganza.
Si beve con molta facilità, ma non per questo si fa dimenticare.
Si presta a tanti abbinamenti diversi, soprattutto con formaggi freschi e molli, carni bianche e salumeria mista, baccalà alla ghiotta, i piatti gustosi e saporiti della cucina siciliana.