Dolci tipici pasquali siciliani: le cassatelle di Pasqua
Cu n'appi n'appi re cassateddi i Pasqua!
Proverbio siciliano
Cu n’appi n’appi re cassateddi i Pasqua!, capita di sentir dire dalle nostre parti.
Per dire che non c’è più nulla da fare, “chi le ha avute le ha avute le cassatelle di Pasqua”, il dado è tratto.
Le cassatelle di ricotta siciliana sono una tipica ricetta della Pasqua, soprattutto nelle zone del siracusano e del ragusano.
Giungono a noi, forse, dall’antica Grecia, dove era uso offrire agli dei cibarie con forma circolare, in segno di favore e buon augurio.
Da sempre il cerchio rappresenta ciò che è compiuto, come il ciclo naturale delle cose.
A Pasqua, se ben ci riflettiamo, Gesù completa il ciclo con la sua morte e risurrezione.
Non è storicamente accertata la tradizione per cui sarebbero stati gli Spagnoli, nel 1700, a introdurre le cassatelle in Sicilia, nel trapanese, da dove, con nomi diversi e svariati adattamenti, si sarebbero poi diffuse in tutta l’isola, in particolar modo nella parte orientale.
Dolci tradizionali poveri, le cassatelle siciliane erano cestini di forma rotonda a base di semola, strutto e uova, ripieni di ricotta zuccherata con i canditi e una spolverata di cannella, cotti in forno.
Pare che l’uso di mescolare ricotta, zucchero e cannella sia un’eredità araba, ancora oggi presente nella zona del ragusano.
La tradizione pasquale delle cassatelle siciliane
Le cassatelle siciliane con ricotta si preparavano durante il Venerdì Santo per essere consumate la Domenica di Pasqua e il Lunedì Santo. Proprio come facevano le monache del Monastero di Santa Oliva.
Tutti i palermitani vi si recavano per acquistare le cassatelle alla ricotta preparate dalle monache. Un giorno, però, prese dall’eccessivo carico di lavoro, furono costrette a ritardare le celebrazioni liturgiche, suscitando il disappunto dell’arcivescovo. Egli decise di limitare le richieste degli acquirenti e consentire alle monache di preparare solo quelle che permettevano loro di conciliare la partecipazione ai riti religiosi.
Si dice che l’arcivescovo dovette allontanare le persone dicendo, appunto, Cu n’appi n’appi re cassateddi i Pasqua!
abbinamento vino: un moscato passito per le cassatelle di Pasqua
Un lieve profumo di zagara si mescola alla frutta gialla e al miele. Sa di albicocca, pesca, datteri e fichi.
Il colore giallo ocra è venato da riflessi ramati che ricordano i caldi raggi del sole estivo.
Jaraya è un vino passito ottenuto dalla sovramaturazione delle uve su graticci di canne.
Deciso, morbido e avvolgente, è il perfetto compagno di un dolce tipico ibleo come le cassatelle di Pasqua, capace di creare un equilibrio gustativo armonioso, in cui il dolce delle cassatelle viene bilanciato dall’intensità del vino passito. Le note di frutta secca e di miele si sposano perfettamente con gli aromi delle cassatelle di Pasqua, come la cannella e la scorza d’arancia.
Le cassatelle siciliane sono un dolce tipico delle festività pasquali e rappresentano un atteso momento di celebrazione e convivialità. L’abbinamento tra le cassatelle di Pasqua e il vino passito, quindi, è anche un simbolo di condivisione e di festa, con un unico, comune denominatore: la tradizione enogastronomica siciliana.
Riferimenti bibliografici:
Taccuini Gastrosofici