Sfinci di San Giuseppe: la tradizione del 19 marzo
Il cuore di un padre è il capolavoro della natura.
Antoine François Prévost
Tra le ricette tradizionali, gli sfinci di San Giuseppe siciliani rappresentano un’importante espressione della cultura gastronomica dell’isola. La loro preparazione richiede tempo e impegno, ma il risultato finale è un dolce delizioso e profumato, simbolo del 19 marzo, festa dedicata a San Giuseppe e a tutti i papà.
La parola sfincia deriva dal latino “spongia” e dall’arabo “isfang”, che significa “gonfiore” o “spugna”. Questo nome potrebbe derivare dalla forma dei dolci, che hanno un foro centrale e una consistenza morbida e soffice. Si pensa, infatti, che gli sfinci o sfince di San Giuseppe derivino dalle antiche ricette dei pani dolci arabi o persiani, fritti nell’olio e addolciti con il miele. Con il termine “spincia”, se ne trovano accenni anche nella Bibbia e nel Corano.
Ci sono diverse storie sulla creazione della sfincia siciliana tradizionale, ma sembra che la ricetta sia stata recuperata e modificata dalle suore del Monastero delle Stimmate di San Francesco a Palermo, che l’hanno condivisa con i pasticceri siciliani. Questi ultimi hanno aggiunto ricotta, gocce di cioccolato, granella di pistacchio e canditi, trasformando semplici frittelle in un vero e proprio trionfo di sapori.
Un’altra storia racconta che furono i monaci del Monastero di San Giuseppe a Palermo a inventare gli sfinci, che distribuivano ai poveri nel giorno dedicato al Santo. Secondo la tradizione popolare, gli sfinci di San Giuseppe erano i dolci che le suocere preparavano per le nuore, nel tentativo di addolcire i rapporti, spesso conflittuali.
Il giorno in cui viene celebrato San Giuseppe, il padre putativo di Gesù, è anche l’occasione per festeggiare i papà. Pare, infatti, che durante la fuga in Egitto, San Giuseppe si impegnò a proteggere e mantenere la sua famiglia sacra svolgendo diversi mestieri come falegname, carpentiere, muratore, “friggitore” e venditore di frittelle, attività che ricollega al simbolo dolciario della festa, gli sfinci di San Giuseppe.
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Come si preparano gli “sfinci di San Giuseppe”
Gli sfinci di San Giuseppe sono grandi bignè fritti e ripieni di ricotta dolce con gocce di cioccolato e decorati con frutta candita. Gli ingredienti principali sono farina, uova, latte, burro, zucchero e lievito di birra. La pasta viene preparata impastando tutti gli ingredienti insieme fino a ottenere un composto omogeneo e morbido che si lascia riposare per circa un’ora.
Dopo il riposo, la pasta viene suddivisa in piccoli pezzi che vengono poi arrotolati e schiacciati per formare una sorta di ciambella con un foro al centro. Gli sfinci vengono poi fritti in olio bollente fino a quando non diventano dorati e croccanti. Una volta fritti, si farciscono con una crema a base di ricotta o crema pasticciera, guarniti con zucchero a velo e canditi di arancia e ciliegie candite.
Che vino abbinare agli “sfinci di San Giuseppe”?
Gli sfinci di San Giuseppe sono un dolce perfetto per festeggiare il 19 marzo, magari abbinando un buon vino passito come il nostro profumato Jaraya, un Moscato passito intenso e aromatico, nato dalle uve dell’antico vitigno autoctono Moscato di Siracusa.
Con le sue note di agrumi, miele e fiori, è un ottimo abbinamento per dolci siciliani come gli sfinci di San Giuseppe, già di per sé ricchi e corposi, capace di bilanciare perfettamente la dolcezza degli sfinci, di creare un’armonia di sapori che renderà l’assaggio ancora più gustoso e piacevole, di valorizzare ed esaltare i sapori e i profumi tipici della tradizione siciliana.
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