Siracusa, mare e spiagge: le contrade marine

Com’è il mare di Siracusa? Qual è la spiaggia più bella della città? Acque cristalline, sfumature turchesi e azzurre, fondali ricchi di vita, scogli e spiagge dorate rendono il mare siracusano una meta ideale per chi visita la città. Partendo dal legame tra Siracusa e il suo mare, passiamo in rassegna le contrade marine più suggestive, frequentate e conosciute, uno scrigno di storia, bellezza e natura incontaminata.
Siracusa mare e spiagge le contrade marine

SIRACUSA, MARE E SPIAGGE

Un viaggio tra storia, cultura e natura incontaminata.

Il paese è il suolo, dal quale germogliò gran parte di quello che sovr'esso si trova, col quale son legate, ne solo esternamente, le azioni e le sorti del popolo.

Quando le navi dei coloni corinzi solcarono il «mare color del vino» e giunsero in prossimità delle coste della Sicilia sud orientale, approdarono su un isolotto dai contorni irregolari, selvaggio, fertile e rigoglioso, baciato dal sole, ricco di sorgenti d’acqua dolce. Ortigia, “isola delle quaglie”, oggi centro storico e luogo dell’anima della città di Siracusa, appariva ai nuovi arrivati come un golfo incorniciato dal promontorio del Plemmirio (link articolo) e offriva loro un panorama mozzafiato che ancora ammalia i viaggiatori moderni. Un sottile istmo di terra, tempo dopo, unì Ortigia alla terraferma, creando un connubio indissolubile tra terra e mare.

Fin dalla sua fondazione, il mare ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di Siracusa.
Le sue acque blu intenso hanno favorito il commercio e le relazioni con altre civiltà, facendo di Siracusa una delle città più importanti del Mediterraneo nell’antichità. Ancora oggi, il mare è una parte fondamentale dell’economia e della cultura cittadina e offre ai suoi abitanti e ai visitatori un’ampia gamma di attività e suggestioni.

Scegliere la spiaggia più bella è un’impresa ardua, data la varietà di paesaggi e atmosfere che contraddistinguono il litorale siracusano: se ti stai chiedendo chiedendo, allora, com’è il mare a Siracusa e quali sono le più belle spiagge di Siracusa, seguici in questo viaggio in cui ti racconteremo alcuni aneddoti storici sulle più belle contrade marine della città.

Spiagge vicino a Siracusa
Contrada Fanusa, Arenella e Terrauzza

La nostra cantina sorge in una delle contrade marittime più incantevoli del siracusano: Contrada Fanusa.
Alla fine del Settecento, i nostri antenati scelsero questa terra baciata dal sole per continuare la tradizione vitivinicola della zona, particolarmente vocata alla produzione di vini bianchi e dolci.

In questa zona, litorali sabbiosi si alternano a scogliere rocciose di rara bellezza.

La Fanusa, «colei che appare e risplende», come ci racconta l’etimologia del suo nome in greco antico, derivato dal verbo phainein che, tra i tanti significati,ha quello di «manifestare», «portare alla luce», «mostrare», «indicare». Nel latino medievale, Fania allude a un bosco o anche alla macchia mediterranea, a una zona ricca di fitta vegetazione come una foresta: in effetti, nell’antichità, Contrada Fanusa doveva essere ricca di boschi che gli antichi Greci e Romani consideravano sacri, un luogo dominato da una natura selvaggia e incontaminata a delimitare lunghi tratti di costa, e che, nel corso dei secoli, fu rifugio per la selvaggina, fu utilizzato per la raccolta della legna, per il pascolo di maiali e cinghiali, per raccogliere le ghiande necessarie all’alimentazione degli animali durante l’inverno, per proteggere dal vento del mare e dalla salsedine i terreni coltivati. La spiaggia di Contrada Fanusa è considerata una delle migliori e più belle del litorale siracusano: acque limpide e cristalline e fondali ben visibili da ammirare.

Nei dintorni, la località balneare Arenella è una delle storiche e rinomate spiagge della costa siracusana, una baia di sabbia dorata, racchiusa da un promontorio roccioso. Il nome originale era Renella, forse derivato dal latino Arenula; il termine rinedda, in dialetto, indica la sabbia fine.

Più vicino, si trova la vicina frazione balneare di Terrauzza, caratterizzata da basse scogliere e mare cristallino, con fondali che presentano piccoli ciottoli e sabbia grigio-arancione. Il toponimo potrebbe derivare dal vocabolo greco driis che significa quercia oppure potrebbe richiamare il vocabolo arabo Ra’àyah, stalla di buoi. Al 1400 risalgono le prime attività della tonnara di Terrauzza, appartenente al Convento di San Francesco di Paola di Siracusa che, nel Seicento, fu adibita alla sola conservazione del pescato e che, tra alti e bassi, rimase attiva fino al secondo conflitto mondiale.

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Spiagge Siracusa e dintorni: Penisola della Maddalena

«Parea a Nicia, che fosse benfatto il fortificare Plemmirio, il quale è un promontorio, incontro alla città che, sporgendo in fuori, fa l’entrata del gran porto stretta» (Tucidide). 

La penisola della Maddalena, conosciuta anticamente come Plemyrium undosum (Virgilio), rappresenta uno dei tratti costieri più suggestivi di Siracusa, di inestimabile valore naturalistico e paesaggistico. Di fronte, a circa 1 chilometro di distanza, si staglia l’isola di Ortigia. Questa penisola si chiama così perché, durante il periodo normanno, fu edificata una chiesa in onore di Santa Maria Maddalena. 

Tutta la zona è conosciuta anche come Contrada Isola, termine dialettale per indicare una penisola, anche se è più probabile che derivi dal termine insula per indicare un «appezzamento di terreno rinchiuso».

Le testimonianze archeologiche più antiche di questa zona risalgono al Mesolitico (8000 a.C. circa) e all’età del Bronzo medio, periodo a cui risalgono alcune necropoli con ricchi corredi. Al IV sec. a. C. periodo greco-classico, si possono datare i resti di una torre circolare costruita in memoria dei caduti siracusani durante la guerra con gli Ateniesi ed edificata sui resti di un antico mausoleo di Gelone. Nelle vicinanze vi erano le cave da cui si estraeva la pietra necessaria per la costruzione degli edifici della città e di fornaci databili al periodo ellenistico. A partire dal 1400 si moltiplicano le torri di avvistamento, segnalazione e difesa anticorsara.

Nella zona si trova anche l’Area protetta del Plemmirio, di cui abbiamo parlato in questo articolo dedicato alla Riserva del Plemmirio.

Spiagge a Siracusa: Ognina

Ognina, con il suo porticciolo, è un’altra incantevole perla del litorale siracusano.

Secondo alcuni, il toponimo Lognina deriverebbe dal greco longos (bosco, valle o gola); per altri, invece, deriverebbe dai termini longones e longasia, «pietre forate per tirare a terra le barche» e «pali sulle rive per le gomene delle navi»; un altro riferimento è alla radice greca oγкoσ che allude a un angolo, con riferimento forse alla peculiarità del porto-canale in cui un angolo era riservato alla riparazione delle barche. 

Il porticciolo-canale di Ognina era denominato Statio ad longum promontorium e fronteggiava un isolotto con al centro una cisterna. Secondo Agatino Apary, era «capace di ricevere contemporaneamente dieci tartane e parecchie piccole imbarcazioni. Questo canale è sicuro in ogni tempo per una piccola isola posta dinanzi all’entrata, dove il mare s’infrange. Dal lato sinistro della imboccatura vi è una torre per il guardiano: costui quando vede i corsari, suonando una buccina, dà un segnale per radunare gente dalla campagna alla difesa dei bastimenti che sono nel canale».

Il mare di Siracusa: Fontane Bianche

Fontane Bianche è un’altra rinomata località balneare a circa venti chilometri da Siracusa.

Per alcuni, le sue spiagge sono «un angolo di Caraibi siciliano»: un golfo naturale, sabbia dorata e mare cristallino, compresi tra il fiume Cassibile e il promontorio di Ognina, identificato da Plinio, nella Naturalis Historia, come il Portus Naustathmus, uno dei luoghi di passaggio dell’esercito ateniese in ritirata durante la spedizione in Sicilia. 

Il toponimo si riferisce alle polle d’acqua dolce che, in determinate ore e a seconda delle maree, escono fuori da rocce bianche: «dallo scoglio isolato chiamato faraglione comincia la spiaggia, modernamente appellata Lu Deri, nel cui mezzo va un gorgo di acqua dolce, quantunque nel verno resa salmastra da quella del mare, che vi si mescola; segue la spiaggia di Fontane Bianche con la comodità di un pozzo di acqua ottima, aperto se prestiamo fede alla tradizione dei paesani, da Draguette generale dell’armata turchesca: vi è altresì il ridotto di Fontane Bianche; la Punta e la Cala del pesce; le Timpe bianche, scogli…» (Camilliano). 

Nella seconda metà del Seicento era attiva anche una tonnara, un complesso edilizio che comprendeva una chiesa, alloggi per i gabellanti, magazzini, stabularia per gli animali e ambienti per la pesca, in decadimento nella metà dell’Ottocento. Il 9 luglio 1943, durante il secondo conflitto mondiale, gli Alleati sbarcarono a Fontane Bianche per dirigersi a Cassibile dove fu, poi, firmato il celebre armistizio.

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