Vendemmiare: una tradizione che si rinnova
28 Agosto 2019 – I filari della vigna del Moscato appaiono un po’ più spogli, visto che abbiamo iniziato a vendemmiare intorno alla metà di agosto, con la raccolta delle prime uve per il passito.
Oggi abbiamo iniziato la raccolta dell’uva della vigna nuova di Moscato.
In effetti, c’è un fermento particolare in cantina. C’è più trambusto del solito, un’atmosfera sospesa tra la soddisfazione di essere giunti alla fine di questo cammino, che si rinnova ogni anno, la curiosità per il nuovo vino che inizieremo a produrre e la gioia della festa che riusciamo a condividere con i nostri ospiti.
Travagghiu di vinnigna ti signa, ti sgrigna, t’alligna e ti spigna (il lavoro della vendemmia ti ammaestra, ti diletta, ti rinvigorisce e ti leva i debiti) dice un antico proverbio contadino.
Per ogni produttore di vino la vendemmia è un momento cruciale oltre che magico: è la conclusione di un’attesa durata mesi, il coronamento di un lungo lavoro, la meraviglia di tenere in mano quei grappoli visti nascere e crescere, protetti dalle intemperie, curati con quotidiano impegno.
Vendemmia 2019: quando è iniziata la raccolta dell’uva?
Ci lasciamo alle spalle un mese impegnativo, soprattutto per via del caldo.
Sebbene le alte temperature non siano necessariamente un male per le piante di vite – lo ha spiegato chiaramente il nostro Luca Pitino in un altro articolo sul nostro blog – se si protraggono a lungo, e insieme a un alto tasso di umidità, possono diventare un problema.
Quando è iniziata l’invaiatura e, cioè, la prematurazione dei grappoli d’uva, siamo intervenuti con le ultime cimature delle viti e, soprattutto, con la defogliazione, necessaria per eliminare le foglie adiacenti ai grappoli, favorirne l’arieggiamento e un maggior irraggiamento solare, molto importante nell’ultima fase di maturazione. Date le condizioni climatiche, già a metà agosto abbiamo iniziato a vendemmiare l’uva per il nostro Moscato passito dalla vigna storica di Moscato, per poi passare a quella più giovane, nata qualche anno fa.
L’uva di Moscato appena raccolta e il mosto.
La vendemmia è un lavoro di squadra che ci impegna tutti.
Sveglia all’alba.
Ci si ritrova tra i filari, al mattino presto, nelle ore più fresche della giornata.
Dopo un caffè rigenerante, armati di buona volontà e di cesoie da vendemmia, il rituale si ripete: le mani esperte trovano il punto giusto dove tagliare, eliminano le foglie superflue e gli acini ormai secchi, convogliano con delicatezza il grappolo intatto nelle cassette colorate già predisposte a raccogliere questo tesoro.
Quasi a volerci attenere ai precetti degli antichi, che utilizzavano strumenti simili a coltelli e lame a uncino per recidere con precisione il grappolo e non intaccarne l’integrità, nella nostra cantina abbiamo scelto – e continuiamo a farlo – di non avvalerci di mezzi meccanici per la raccolta dell’uva. Il processo è più veloce – è vero – ma rischioso: si possono danneggiare i grappoli, avviando accidentalmente la fermentazione – complici anche le alte temperature, è immediata – e compromettendo la qualità stessa del vino che perderebbe una parte significativa degli aromi caratteristici dell’uva.